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A che serve immaginare ?

"Finchè riuscivo a tradurre le emozioni in immagini, e cioè a trovare le immagini che in esse si nascondevano, mi sentivo interiormente calmo e rassicurato"- Jung

Una immagine non è solo qualcosa che possiamo vedere con gli occhi, ma ciò che possiamo “immaginare” se solo guardiamo un aspetto particolare dei nostri vissuti da una prospettiva particolare: pratica, ideale, futura, passata, imposta, libera.

Il lavoro sulle immagini è utile per studiare l'essenza della psiche, sia esso applicato alle immagini oniriche o pittoriche, scultoree, letterarie etc…


A proposito della sua esperienza personale, Jung scriveva: “ Finchè riuscivo a tradurre le emozioni in immagini, e cioè a trovare le immagini che in esse si nascondevano, mi sentivo interiormente calmo e rassicurato […].Il mio esperimento mi insegnò quanto possa essere d’aiuto – da un punto di vista terapeutico- scoprire le particolari immagini che si nascondono dietro le emozioni” .

Per tradurre una emozione in immagine è necessario un certo sforzo, è necessario un lavoro su se stessi, è anche possibile – come sottolinea lo stesso Jung- non essere capaci di farlo.

Ciò è particolarmente vero quando si presentano condizioni di sofferenza psichica, di ansia, di distacco dal proprio mondo interiore o di una angoscia e depressione talmente forti che la speranza – quella che ci fa viaggiare nelle immagini – è confinata in luogo lontano e (apparentemente) inaccessibile.

La psicoterapia può essere un luogo di speranza e libertà in cui la psiche possa riprendere a vedere le proprie immagini e le emozioni possano sciogliersi nei colori, nelle forme, nelle parole e nei racconti delle immagini.

L’immagine come frutto dell’immaginazione, sia essa una fantasia sul proprio futuro o sul passato, una raffigurazione di se stessi o di una parte, una sensazione indicibile che è scritta solo sui sintomi somatici del corpo e che non vuole diventare parole o lacrime.




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